Giornata di confronto a Lavello (PZ) nell’ambito di “ALL Organic”
Roma, 1 giu. (askanews) – Aumentare il livello di biodiversità delle colture, facilitare il controllo di parassiti ed erbe infestanti, migliorare la stabilità e la qualità delle produzioni e la loro capacità di adattarsi alle mutanti condizioni climatiche. Questo lo scopo delle sementi composte di Materiale Eterogeneo Biologico (MEB) caratterizzate, diversamente degli ibridi o delle varietà convenzionali ottenute mediante il miglioramento genetico tradizionale o con le tecniche genetiche molecolari (NBT o TEA), da un elevato livello di diversità fenotipica e genetica e dalla sua natura dinamica di evoluzione e adattamento a determinate condizioni di coltivazione.
Il tema è stato al centro del confronto presso l’Azienda agricola biologica Masseria Bosco delle Rose – Stingeta, di Lavello (PZ), nell’ambito del progetto di ricerca europeo “ALL Organic”, coordinato dal Crea, il principale ente di ricerca italiano in agroalimentare, in collaborazione con Firab, Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica.
Il progetto che intende mettere a rete esperienze e modelli a supporto dello sviluppo di sistemi alimentari biologici diversificati, – informa il Crea – promuove condizioni di resilienza delle produzioni biologiche tramite strategie di diversificazione delle colture nello spazio, nel tempo, nelle pratiche e nella genetica, avvalendosi delle competenze scientifiche dei partner di ricerca e di quelle esperienziali delle aziende nell’area lucana e della vicina Puglia, operando quindi secondo un approccio noto anche con living lab.
Nella strategia di diversificazione genetica, si intende far leva sulle opportunità aperte dalla riforma del Regolamento UE 848/2018 sull’Agricoltura Biologica che ammette il ricorso anche a semente non riconducibile a una varietà standardizzata nella sua omogeneità e stabilità. Nel biologico, infatti, si può puntare su semente caratterizzata da diversità e plasticità, più capace di adattarsi a difformi condizioni pedoclimatiche: si tratta dei cosiddetti Materiali Eterogenei Biologici (MEB) che, in seno alla stessa specie, raccolgono un numero elevato di individui dalle caratteristiche botaniche e agronomiche diverse e che, una volta certificati, possono essere riprodotti e scambiati dagli stessi agricoltori biologici. Questi MEB possono essere moltiplicati nel tempo, facendoli evolvere come tali o dando vita a processi selettivi per isolare e moltiplicare le piante che riportano le caratteristiche di maggiore interesse.
Su questi temi, i partner italiani di “ALL Organic” hanno raccolto l’ampio interesse delle aziende biologiche lucane e promosso per il 1° giugno una giornata di confronto presso l’Azienda agricola biologica Masseria Bosco delle Rose – Stingeta, di Lavello (PZ)con la partecipazione di più di quaranta persone tra aziende agricole biologiche, di trasformazione alimentare e sementiere, oltre ai ricercatori CREA e FIRAB. L’incontro ha goduto in particolare dell’esperienza sulla diversificazione genetica e sui materiali eterogenei di due genetisti di fama internazionale quali il Prof. Salvatore Ceccarelli e la D.ssa Stefania Grando che hanno guidato la giornata di confronto in campo, seguita da uno scambio sulle prospettive sementiere e di filiera nell’area apulo-lucana per la diffusione del MEB di frumento duro sia nel sistema agricolo che alimentare.
Il compito del progetto “ALL Organic” – conclude il Crea – è ora quello di accompagnare gli sviluppi della discussione per lo sviluppo di una rete di aziende che adattino il MEB in diversi territori e ne favoriscano la diffusione della semente per altre aziende, oltre a individuare percorsi di filiera che creino economia sul territorio.