Così com’è non lo votiamo. Ma vedo volontà di compromesso

Bruxelles, 24 nov. (askanews) – Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha confermato che il Consiglio Ue straordinario dell’Energia, svoltosi oggi a Bruxelles, ha raggiunto un accordo di massima sui contenuti dei due regolamenti d’emergenza che la Commissione europea aveva proposto il 9 novembre scorso (sull’accelerazione dei procedimenti autorizzativi per gli impianti di energia rinnovabile), e il 18 ottobre (sugli acquisti congiunti e su un sistema di solidarietà fra gli Stati membri per le forniture di gas), con l’intesa che saranno approvati formalmente alla prossima riunione straordinaria del Consiglio Ue, il 13 dicembre.

Ma a condizione che sia conseguito nel frattempo un accordo dei ministri sulle modifiche da apportare alla terza e molto più controversa proposta di regolamento, quella sul “meccanismo di correzione del mercato”, come viene ora chiamato il “price cap dinamico”. L’approvazione, in sostanza, dovrà avvenire “a pacchetto” per tutti e tre i testi.

“Abbiamo dato – ha spiegato il ministro alla stampa alla fine del Consiglio – un parere di massima favorevole sia al regolamento che riguarda la solidarietà sia a quello sulle rinnovabili, ma non li abbiamo ancora approvati. Sul terzo regolamento, quello sul prezzo, si è aperta una discussione, devo dire molto positva, perché praticamente quasi tutti i paesi hanno dichiarato la disponibilità, e hanno ringraziato la Commissione; comunque ora c’è un documento base”, al contrario di quanto era successo la volta scorsa, a fine ottobre.

Rispetto alla proposta della Commissione, ha continuato Pichetto Fratin, “ci sono state delle chritiche; e la posizione dell’Italia era di non condivisione dell’impostazione data. Il risultato è stato che quel documento rimane la base, ma con l’impegno di tutti a lavorare nei prossimi giorni, naturalmente con la Commissione, ma anche nel confronto dei vari Stati, per un obiettivo di convergenza, per raggiungere quindi l’accordo sul fronte prezzo”.

E se la proposta, gli è stato chiesto, restasse invariata? “Cosí non la votiamo”, ha tagliato corto il ministro. A chi chiedeva se le soglie previste per attivare il meccanismo di correzione del mercato siano accettabili per Italia, Pichetto ha replicato: “Non è questione di numeri ma di criteri, perché può anche non esserci un numero stabilito, ma un criterio che determina qual è jl cap, dove intervenire. Si tratta di trovare un punto di convergenza”.

“Io stesso – ha riferito – nelle ipotesi fatte al tavolo del Consiglio ho detto che possiamo anche fare a meno di fissare un tetto, se i criteri sono chiari per raggiungere l’obiettivo che ci poniamo: quello d’intervenire evitando una speculazione, una esplosione dei prezzi a livello europeo”.

Sulla probabiltà che si riesca a trovare l’accordo su tutto il pacchetto entro il 13 dic., il ministro ha osservato: “Dal clima che c’era posso dire di sì, perché c’era tutta la volontà da parte di tutti i paesi di raggiungere l’obiettivo di un accordo, naturalmente sulla base di criteri che devono essere efficaci” Pichetto Fratin ha quindi spiegato che “i criteri devono essere il frutto delle mediazioni fra le varie parti”, ma, ha precisato, “se dico criteri e non numeri (e nei criteri può starci anche il numero), intendo dire dei meccanismi per cui, se il prezzo oscilla eccessivamente rispeto al gas naturale liquefatto, o rispetto agli ancoraggi che vengono dati, quali che siano, allora automaticamente interviene il blocco del tetto”.

Riguardo alle critiche secondo cui è stato perso molto tempo sul price cap, soprattutto da parte della Commissione, il ministro ha commentato che “il tema non è dei più facili. Certamente – ha proseguito – c’è la volontà, anche da parte di coloro che potevano essere su fronti contrapposti. Perché c’era chi aveva più interesse nella quantità (ovvero nel mantenimento del livello delle forniture, ndr) che al prezzo, mentre altri, come l’Italia, avevano più interesse sul prezzo. Oggi c’è stato un clima di estremo equilibrio e di volontà conciliante da parte di tutti”, anche Germania e Olanda, da sempre contrarie al price cap.

Pichetto Fratin ha detto di “non credere” neanche che la proposta della Commissione sia troppo vicina alle posizioni dei tedeschi e degli olandesi. “Naturalmente, se lo si chiede all’Italia che è contraria a quest’impostazione, si può anche tradurre in quel modo; ma io non mi permetto di fare un’affermazione di questo genere”.

“Il grande vantaggio – ha sottolineato il ministro – è che, mentre finora abbiamo discusso dei price cap sulla base di una denominazione, di un termine, ora discutiamo su una bozza; condivisibile o no, ma almeno c’è qualcosa su cui lavoriamo. Anzi, già a partire da questa mattina, da oggi pomeriggio, i tecnici dei vari paesi sono in contatto fra loro e incorciano le loro ipotesi”. Che sono “in questo momento le ipotesi dei tecnici; poi dovranno diventare le ipotesi della parte politica”.

Spagna afferma che o si approverà tutto il pacchetto o non sarà approvato niente. E’ la stessa posizione dell’Italia? “Noi siamo d’accordo”, ha risposto il ministro. “In molti paesi l’abbiamo chiesto, e anche l’Italia stamattina ha chiesto che non ci fosse lo spacchettamento. Infatti io ho affermato che, sia sulle rinnovabili che sulla solidarietà e la piattaforma (per gli acquisti congiunti, ndr) il pacchetto ci sta bene, è un buon punto di mediazione, ma – ha ribadito – non l’abbiamo approvato. Le approvazioni – ha concluso Pichetto Fratin – avverranno tutte insieme, con tutti i testi, compreso quello su cui in questo momento non c’è un accordo”.

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