Destinate ad aumentare anche con le polizze catastrofali

“Nonostante il Governo sia riuscito a introdurre una soluzione all’ultimo minuto, a partire dall’inizio del prossimo anno tutte le imprese private dovranno attivare una polizza contro le catastrofi. Tuttavia, osserva l’Ufficio studi della Cgia, queste imprese versano ogni anno allo Stato e alle sue articolazioni periferiche ben 21 mld di euro in tasse ambientali”.

“Sebbene la destinazione di queste risorse non sia vincolata, una porzione di tali fondi potrebbe essere impiegata per la pulizia del corso dei fiumi, per la manutenzione degli argini e delle sponde, oltre che per la creazione di bacini di laminazione e casse di espansione. Interventi necessari per prevenire e mitigare vari eventi calamitosi che non possiamo evitare. In effetti, è noto che tali opere non vengono più realizzate da almeno un paio di decenni o si concretizzano solo dopo che si è verificato un disastro”.

“In sostanza – escludendo la confusione e le incertezze generate dal regolamento attuativo pubblicato in Gazzetta Ufficiale alla fine di febbraio – tra qualche mese le imprese dovranno sostenere due volte i costi per la protezione ambientale: una volta attraverso le imposte pagate allo Stato centrale e agli enti locali; l’altra, firmando una polizza con compagnie di assicurazione private” segnala la Cgia.

Secondo l’associazione mestrina, “una delle ragioni per l’introduzione di questa normativa è il notevole ritardo nei rimborsi statali. È un dato di fatto che tali rimborsi vengono spesso erogati quando le imprese colpite hanno già chiuso definitivamente a causa dei danni subiti. Con l’assistenza delle assicurazioni, invece, i soccorsi potrebbero arrivare nel giro di poche settimane, consentendo alle imprese danneggiate di riprendere rapidamente le loro attività.

Questa affermazione è certamente condivisibile, ma dovrebbe essere accompagnata da una corrispondente riduzione delle tasse ambientali; altrimenti, le imprese rischiano di affrontare un doppio carico. Abbiamo timore, invece, che le tasse ambientali siano destinate a crescere, in particolare quelle degli enti locali, che negli ultimi due o tre anni sono tornate ad aumentare per mantenere l’equilibrio dei bilanci”.

Ciro Di Pietro