Un emendamento alla legge di stabilità, per sospendere le rate dei mutui e dei prestiti per 3 anni, è stato approvato in Commissione Bilancio della Camera dei deputati e potrebbe rappresentare una vera boccata di ossigeno per le famiglie e le imprese italiane in difficoltà, che vedono incombere sulle loro finanze le rate di un mutuo o di un prestito. La crisi sta divorando il potere di acquisto dei consumatori e le entrate per le imprese, senza che a ciò corrisponda una riduzione della pressione fiscale. Spesso le imprese sono insolventi proprio perché i loro clienti sono a loro volta insolventi, quindi tante aziende in salute rischiano il fallimento semplicemente perché non hanno credito sufficiente. Le famiglie sono troppo spesso costrette a fare dei grossi sacrifici, riducendo di conseguenza i consumi. Questa situazione provoca una contrazione della domanda aggregata e quindi una persistenza della situazione di recessione. Il provvedimento potrebbe aiutare le famiglie ad allentare la cinghia e le imprese a onorare i propri debiti e magari a realizzare degli investimenti, prima non possibili a causa dell’incombenza delle rate del prestito. L’iniziativa è stata proposta da Francesco Cariello, deputato del Movimento 5 Stelle in Commissione Bilancio della Camera dei Deputati e già approvato dalla stessa Commissione. Il testo dell’emendamento prevede la sospensione del pagamento della quota capitale delle rate di mutui e prestiti a favore di famiglie e imprese che ne facciano richiesta, successivamente alla stipula di un accordo tra Ministero dell’Economia, Ministero dello Sviluppo Economico, ABI, associazione di imprese e associazione dei consumatori. Il tavolo di confronto tra questi soggetti andrebbe attivato, secondo l’emendamento, entro marzo 2015 ed il periodo di sospensione delle rate è il triennio 2015-2017. Se l’emendamento dovesse diventare legge, imprese e cittadini potrebbero allungare il piano di ammortamento di mutui e prestiti. Solo la quota capitale verrebbe sospesa, mentre gli interessi a favore dell’istituto erogatore continuerebbero ad essere pagati. Trascorso il periodo di sospensione, il beneficiario del mutuo o del prestito ricomincerebbe a pagare anche le rate complete del mutuo fino all’estinzione definitiva. Il costo complessivo del finanziamento, a conti fatti, andrà a lievitare, ma il debitore alleggerirà il peso del debito per tre anni, duranti i quali potrebbe utilizzare la maggiore liquidità per consumi e investimenti, mentre accantona qualche somma in vista dell’estinzione totale del debito. Si spera che alla conclusione del periodo di sospensione la crisi si possa trovare ormai alle spalle. Per Francesco Cariello, deputato che ha proposto l’emendamento, “L’obiettivo è liberare risorse per generare liquidità e far ripartire l’economia”. L’emendamento è stato discusso e approvato dalla Commissione Bilancio, con la previsione di una clausola di salvaguardia secondo cui la misura non deve comportare “nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. Il prossimo passo è la discussione nell’aula di Montecitorio davanti alla Camera dei deputati. Se approvato dalla Camera dovrà essere esaminato e approvato dal Senato. Se tutto dovesse andare in porto, occorrerà attendere l’accordo tra MEF, MISE, ABI e associazioni dei consumatori e delle imprese, che dovrebbe avvenire (secondo il testo approvato) entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge di stabilità, che come da prassi inizia ad esprimere la sua efficacia dal 1 gennaio.