Da stasera a Sharm el-Sheik, sullo sfondo il caso di Giulio Regeni
Sharm el-Sheik, 6 nov. (askanews) – Giorgia Meloni debutta a Sharm el-Sheik nel suo primo vertice internazionale. La presidente del Consiglio arriva questa sera in Egitto per partecipare ai lavori della Cop27, summit organizzato dall’Onu per la lotta ai cambiamenti climatici. Meloni domani parteciperà ai lavori nella prima delle due giornate (l’altra è martedì) riservate ai Capi di Stato e di governo e potrebbe essere l’occasione per un primo saluto di persona, tra gli altri, con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il nuovo primo ministro britannico Rishi Sunak, il premier spagnolo Pedro Sanchez. Il presidente americano Joe Biden, impegnato nelle elezioni di mid-term, parteciperà invece al summit nei giorni successivi mentre la premier ripartirà per Roma già domani sera. Sul fronte del clima i lavori della Conferenza si preannunciano in salita: gli obiettivi che erano stati condivisi nella Cop26 di Glasgow lo scorso anno, infatti, sono messi a rischio dalla crisi energetica provocata dall’attacco della Russia all’Ucraina. I firmatari del Glasgow climate act avevano convenuto di contenere l’aumento medio della temperatura terrestre entro 1,5 gradi, di ridurre del 45% le emissioni di CO2 entro il 2030, di adottare i meccanismi dell’accordo di Parigi e di raddoppiare le misure finanziarie a sostegno dell’adattamento climatico. Oggi, alla luce del mutato contesto, il mantenimento di quei target è l’obiettivo minimo, ma non scontato, di Cop27. “Con l’inizio della Cop27 – ha detto nel messaggio inaugurale il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres – il nostro pianeta sta inviando un segnale di soccorso. L’ultimo rapporto sullo stato del clima globale è una cronaca del caos climatico. Come mostra così chiaramente l’Organizzazione meteorologica mondiale, il cambiamento sta avvenendo a una velocità catastrofica: vite e mezzi di sussistenza devastanti in ogni continente. Gli ultimi otto anni sono stati i più caldi mai registrati, rendendo ogni ondata di caldo più intensa e pericolosa per la vita, soprattutto per le popolazioni vulnerabili”. In questo contesto, ha aggiunto, “dobbiamo rispondere al segnale di soccorso del pianeta con l’azione: un’azione per il clima ambiziosa e credibile. COP27 deve essere il luogo, e ora deve essere il momento”. Gli obiettivi dei Paesi partecipanti sono però quanto mai diversi. Da un lato ci sono i Paesi occidentali (comunque in difficoltà per la crisi energetica), dall’altro il gruppo del G77+Cina, che raccoglie 134 Paesi in via di sviluppo che chiedono maggiori aiuti per mettere in atto una crescita “green”. Meloni a Sharm el-Sheik porterà la posizione del nuovo governo italiano, che punta a una transizione verde ma compatibile con la crescita economica. Come ha ricordato nel suo discorso di insediamento, citando il filosofo britannico Roger Scruton, “non c’è un ecologista più convinto di un conservatore” però “quello che ci distingue da un certo ambientalismo ideologico è che noi vogliamo difendere la natura con l’uomo dentro. Coniugare sostenibilità ambientale, economica e sociale. Accompagnare imprese e cittadini verso la transizione verde senza consegnarci a nuove dipendenze strategiche e rispettando il principio di neutralità tecnologica”. Il tema nel tema della Cop27 è poi diplomatico e riguarda i rapporti tra Italia ed Egitto. Dopo la morte di Giulio Regeni, rapito e poi trovato senza vita al Cairo il 3 febbraio 2017, nessun presidente del Consiglio ha incontrato il presidente egiziano al-Sisi, che ha sempre opposto un ‘muro’ alle richieste italiane per accertare la verità sulla morte del giovane ricercatore. Al di là del caso specifico, inoltre, in Egitto Amnesty international denuncia “violazioni sistematiche” dei diritti umani con un vero e proprio “sistema di terrore” e molti Paesi e Ong hanno criticato duramente la decisione di confermare Sharm come sede di Cop27. La stessa avvocata della famiglia Regeni, Alessandra Ballerini, nei giorni scorsi ha dichiarato l’appoggio alla petizione di Transform Italia per boicottare il vertice. A Sharm el-Sheik sarà difficilmente evitabile che al-Sisi e Meloni si incrocino. Nei giorni scorsi, tra i due, c’è stato uno scambio via Twitter. Il leader egiziano ha fatto le sue congratulazioni per la nomina alla premier, che sullo stesso social network lo ha ringraziato, dicendosi pronta a “rafforzare” la “cooperazione bilaterale su questioni cruciali come la sicurezza energetica, l’ambiente” ma anche, ha voluto sottolineare, “i diritti umani”. continua a leggere sul sito di riferimento