Sempre più isolato a Mosca capo mercenari si è fatto tanti nemici
Milano, 16 mar. (askanews) – Mentre gli ucraini lottano per la sopravvivenza a Bakhmut, chi vuol essere il loro carnefice Evgenij Prigozhin, capo della famigerata compagnia di mercenari Wagner, appare sempre più isolato dopo i ripetuti sfoghi e attacchi verbali al ministero della Difesa russo e ai suoi vertici. E non solo a loro.
I feroci combattimenti continuano sul terreno della città fortezza, concentrati intorno alla sua pianta tentacolare. E l’anticonformista e anti-establishment Prigozhin, è costretto a smentire le stime Osce sulle perdite russe a Bakhmut. Ian Stubbs, alto consigliere militare della delegazione britannica presso l’Osce, ha dichiarato che “dal maggio dello scorso anno, tra i 20.000 e i 30.000 wagneriani e soldati russi regolari sono stati uccisi e feriti nella sola area di Bakhmut. Un’enorme perdita di vite umane per un’avanzata territoriale totale di circa appena 25 km. Si tratta di oltre 800 soldati russi uccisi o feriti per ogni chilometro guadagnato, la stragrande maggioranza dei quali combattenti Wagner”.
E Prigozhin, che ha scommesso sui suoi mercenari che alzavano la bandiera russa nella città ucraina orientale di Bakhmut, ha dovuto negare. Stubbs ha detto in base al suo discorso ufficiale, pubblicato dal governo britannico, che i leader militari russi hanno sacrificato unità militari e sperperato risorse strategiche per piccoli guadagni tattici. Ma forse, oltre a quelli, lo scopo è un altro: la solita lotta per il potere, nella quale Prigozhin iniziava a scalare posizioni molto in fretta.
Un punto di rottura nelle relazioni con Mosca potrebbe essere stato lo scorso 13 gennaio quando Prigozhin sarebbe volato immediatamente a San Pietroburgo dal fronte. Anche Vladimir Putin si sarebbe recato a San Pietroburgo da Ufa (in Bashkiria, dove si trovava), secondo indiscrezioni. I rumours indicavano che nella sua città natale il presidente doveva incontrare Prigozhin per decidere sullo sviluppo di Wagner, dopo la presunta vittoria di Soledar. Quella stessa vittoria che il ministero della Difesa russo si era attribuito in un comunicato la mattina, e che poi dovette condividere con Wagner, la sera, in un altro comunicato.
Da una parte sembra chiaro che Prigozhin – che con una sconcertante levità ama chiamare il suo esercito “orchestra” e i suoi mercenari “musicisti”, forse facendo riferimento non soltanto al nome della compagnia ma anche al suo cognome – abbia spazio di manovra anche all’interno dei confini del suo Paese. Non soltanto nelle prigioni, reclutando galeotti. “All’inizio di questo mese, Wagner ha istituito squadre di sensibilizzazione con sede in centri sportivi in almeno 40 località in tutta la Russia” dice Stubbs. “Nei giorni scorsi, i reclutatori mascherati di Wagner hanno persino tenuto colloqui di carriera nelle scuole superiori di Mosca, distribuendo questionari dal titolo “candidatura di un giovane guerriero” per raccogliere i recapiti degli alunni interessati”, aggiunge.
Dall’altra parte tuttavia certi show, prodotti dal suo ufficio stampa e diffusi via social, non hanno certo semplificato la vita del capo dei mercenari, con il centro. In particolare le accuse facilmente leggibili al ministro della Difesa Sergei Shoigu, quando Prigozhin ha asserito che non si possono comandare le truppe mentre ci si fa massaggiare in un centro di bellezza fuori Mosca. “Da un salone di bellezza fuori città, da un ufficio da 500 mq, durante un trattamento per ringiovanire o qualsiasi altro massaggio cosmetico, non puoi condurre i soldati in battaglia!”, aveva dichiarato in un video che askanews ha pubblicato il 16 febbraio. E ora molti analisti ritengono fondati i sospetti che l’elite militare russa stia usando il “tritacarne” di Bakhmut per ridimensionarlo o eliminarlo del tutto come forza politica.
Di recente lo stesso Prigozhin ha dovuto smentire di avere interessi politici. “Il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu e il capo di stato maggiore russo, il generale Valery Gerasimov stanno probabilmente cogliendo l’opportunità di spendere deliberatamente sia le forze d’élite che quelle di Wagner a Bakhmut nel tentativo di indebolire Prigozhin e far deragliare le sue ambizioni di maggiore influenza al Cremlino”, hanno scritto gli analisti dell’American Institute for the Study of War (ISW) il 12 marzo.
Prigozhin in Russia divide anche gli ideologi attorno a Putin. C’è chi lo incensa e lo loda pubblicamente e invece chi lo attacca pubblicamente. Ma lui è stato il primo ad attaccare, personaggi chiave della politica russa, persino Sergei Kiriyenko, primo vice capo dell’amministrazione presidenziale della Federazione Russa, secondo quanto emerso sulla stampa russa.
Dunque Prigozhin non avrebbe contro soltanto l’esercito ucraino, che a tutto diritto, sembra aver deciso di rimanere nella battaglia per Bakhmut e di resistere, prima della prossima controffensiva. Quello che colpisce è anche la crescente amarezza nei post di Prigozhin, oltre al fatto, che sebbene smentisca una aspirazione politica, continui ogni giorno a nutrirla. Da ultimo ieri, affermando che vuole che la Wagner da “esercito privato più forte al mondo” diventi un esercito per la “giustizia” e che, per questo, serve una “preparazione ideologica”.
(di Cristina Giuliano)