Sabato 4 febbraio si presenta in Sala Assoli il volume di fotografia curato da Pino Miraglia

Sabato 4 febbraio 2023 alle ore 11.30 nella Sala Assoli si presenta Ritus – Riti nella fotografia contemporanea, il catalogo del percorso espositivo Ritus a cura di Pino Miraglia.

Le fotografie del volume, prodotto da Casa del Contemporaneo e edito da Artem, sono di Francesco Cito, Lucia Patalano, Diana Bagnoli, Stephanie Gengotti, Pino Miraglia, Valeria Laureano, Eléna Lucariello; i testi di Giulio Baffi, Manuela Fugenzi, Pino Miraglia, Gabriele Perretta, Hermes Pittelli e Alessandra Troncone. Durante la presentazione alcuni degli autori discuteranno sul tema del rito e della ritualità.

“Il percorso espositivo di Ritus, nasce da alcune riflessione e dall’osservazione dei lavori di alcuni autori che si sono avvicendati durante gli incontri de “Il sabato della fotografia” – scrive Miraglia -.

In quest’era, incredibilmente tecnologica e globalizzata, mi sembra di aver registrato un rinnovato interesse, nel mondo del linguaggio dell’arte, ma anche nella “gente comune”, verso il rito e la ritualità intesa come attuazione della pratica mistica per trovare o non trovare risposte….

La fotografia contemporanea in particolare sembra aver ritrovato un’esigenza, per diverso tempo sopita, nel documentare o farsi espressione di tematiche inerenti al rito e alle coordinate antropologiche ampiamente affrontate tra gli anni cinquanta e settanta del XX secolo da diversi studiosi e teorici, ma prima ancora da Antonin Artaud e al rapporto tra corpo e messa in scena teatrale”.

Sette i fotografi coinvolti in questa narrazione del rito o del rito come personale percezione visiva.

Francesco Cito con “L’isola al di là dal mare” e Lucia Patalano con “Quinta di luna” utilizzano la cifra stilistica del bianco e nero per narrare rispettivamente i riti tra sacro e profano dell’entroterra sardo e il rapporto indissolubile con gli animali e il rito della pesca notturna con le cianciòle a Procida.

Diana Bagnoli conduce alla scoperta degli sciamani dell’etnia Q’ero delle Ande, i guaritori dell’etnia Asháninka della foresta amazzonica, i marabout senegalesi e il Bukutu, rito di iniziazione per i giovani di etnia Jola, i curanderos messicani e i sacerdoti e le sacerdotesse della magia dei Loa, gli spiriti del vudù di Haiti.

Stephanie Gengotti e Pino Miraglia parlano di consuetudini. Del rito applicato al lavoro della rappresentazione quali il circo e il teatro. La prima con Circus love registra sotto forma di reportage l’attività di alcuni piccoli ma importanti circhi viaggianti. Il nomadismo circense riporta a pratiche antiche, al Carro di Tespi, ai teatri girovaghi del medioevo.

Il teatro di ricerca come cerimonia e rito consumato tra il profondo nero delle quinte teatrali o oltre la quarta parete è l’approccio visivo di Pino Miraglia ne Il teatro e il suo doppio. Partendo da alcune messe in scena di matrice ‘artaudiana’, Pino Miraglia cerca i parallelismi visivi e le connessioni del rito dentro e fuori dal teatro. Il culto della morte, le icone sacre, il gesto e la ritualità tra sacro e profano.

Ultimo affondo sulla percezione di questo piccolo viaggio sul rito sono i lavori di due giovani fotografe, Valeria Laureano e Elèna Lucariello.

I dittici, che costituiscono Amalìa, il lavoro di Valeria Laureano, parlano di luoghi antichi, palazzi e suppellettili in disfacimento. Ci parlano del tempo che consuma cose e persone che, paradossalmente, ne conservano la memoria. Elèna Lucariello con Sacrificium riporta alla memoria luoghi ameni, luoghi dove presumibilmente avvenivano sacrifici in onore di divinità altre.

L’articolo “Ritus”, alla scoperta dei riti del contemporaneo proviene da Notiziedì.

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