Per combattere nel conflitto ucraino

Roma, 23 ott. (askanews) – La Corea del Nord ha già inviato in Russia circa 3mila soldati perché vengano utilizzati nel conflitto ucraino. Lo ha sostenuto oggi il servizio d’intelligence sudcoreano NIS, che prevede un ulteriore dispiegamento di militari nordcoreani di 10mila unità.

Il NIS – secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Yonhap – ha condiviso queste informazioni con i parlamentari sudcoreani durante una riunione a porte chiuse del comitato parlamentare di intelligence, secondo quanto hanno poi riferito alcuni componenti dell’organismo.

L’intelligence di Seoul aveva annunciato nei giorni scorsi che il regime di Kim Jong Un ha deciso di inviare truppe in Russia per combattere al fianco della Russia contro l’Ucraina, e circa 1.500 soldati sono stati trasportati in un primo contingente alla scorsa settimana.

“Dopo l’arrivo del primo contingente in Russia dall’8 al 13 ottobre, altri 1.500 soldati sono stati inviati”, ha dichiarato ai giornalisti il deputato Park Sun-won del principale partito di opposizione, il Partito democratico, citando un rapporto del direttore del NIS, Cho Tae-yong.

Le truppe non sono ancora state dispiegate sul campo di battaglia. Invece, sono stazionate in strutture militari in Russia e si stanno adattando al nuovo contesto.

I soldati stanno seguendo un addestramento speciale su come utilizzare attrezzature militari e pilotare veicoli aerei senza pilota, tra le altre cose.

Secondo il NIS, i soldati impegnati in questa missione avranno un compenso di circa 2mila dollari al mese, una fortuna per le condizioni economiche delle famiglie nordcoreane.

Il numero totale di truppe che si uniranno alla Russia dovrebbe raggiungere i 10.000, inclusi i 3.000 già dispiegati, ha il capo del NIS.

“Gli istruttori russi ritengono che i soldati nordcoreani siano fisicamente e mentalmente idonei, ma mancano di comprensione della guerra moderna, come gli attacchi con droni. Si aspettano anche molte vittime tra i nordcoreani”, è stato riferito dal NIS, secondo quanto ha detto il parlamentare sudcoreano.

Il NIS ha inoltre sostenuto che la Corea del Nord ha trasferito le famiglie dei militari inviati in Russia in un luogo non identificato per isolarle e gestire la situazione in modo confidenziale.

In Corea del Nord la notizia non è stata ufficialmente diffusa, ma ha circolato nelle comunità locali e alcuni familiari “hanno pianto”, ha riferito l’agenzia d’intelligence.

La decisione di Pyongyang è venuta dopo la visita a giugno del presidente russo Vladimir Putin, che con Kim ha firmato un accordo di partenariato rafforzato che prevede anche una clausola di difesa reciproca.

Ieri, un rappresentante di Pyongyang all’Onu ha definito una “voce infondata” che il regime di Kim Jong Un abbia prestato propri soldati alla Russia. “Per quanto riguarda la cosiddetta cooperazione militare con la Russia, la mia delegazione non ritiene necessario commentare queste voci stereotipate e infondate”, ha dichiarato un rappresentante nordcoreano durante una sessione dell’Assemblea generale dell’Onu tenutasi lunedì sera a New York.

Le affermazioni di Seoul “mirano a infangare l’immagine della Repubblica popolare democratica di Corea e a minare le relazioni legittime, amichevoli e cooperative tra due Stati sovrani”, ha aggiunto il diplomatico.

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